Strage Bologna: Mattarella, Italia non deve dimenticare

Strage stazione Bologna Mattarella, Italia non deve dimenticare

Il primo dovere è non dimenticare. Lo ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con un telegramma alla città di Bologna nel 35/o anniversario della strage alla stazione dove morirono 85 persone.

 

E Bologna non dimentica: come ogni anno, alle 10.25, le moltissime persone che nonostante le ferie ormai cominciate non si perdono la manifestazione che arriva davanti alla stazione, hanno fatto silenzio per ricordare le vittime.

Attorno al silenzio ci sono però le parole, come quelle

del presidente del Senato Pietro Grasso («la verità non va mai in prescrizione, lo Stato deve pretendere chiarezza al di là di qualsiasi interesse di parte»),

del sindaco di Bologna Virginio Merola,

del presidente dell’associazione dei familiari Paolo Bolognesi, che sono tornati a chiedere la necessità di fare piena luce su una ferita inferta 35 anni fa alla democrazia italiana e non ancora completamente rimarginata.

Strage stazione Bologna Mattarella, Italia non deve dimenticare1

 

In un messaggio, anche il Guardasigilli Andrea Orlando ha sottolineato che «ogni sforzo deve essere compiuto perchè sia conosciuta, finalmente, tutta la verità». «Tenere viva la memoria è il primo dovere da osservare», ha aggiunto il ministro ricordando che per fare luce sulle stragi «importanti interventi e strumenti sono stati e si stanno realizzando come la desecretazione dei documenti e l’introduzione del reato di depistaggio, di cui si è avviata la discussione».

La magistratura ha condannato i neofascisti del Nar, Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti (entrambi da anni fuori di galera), quali esecutori materiali della strage. Altre condanne sono state emesse per il depistaggio delle indagini, mentre nessuna verità è stata scritta sui mandanti.

«La città di Bologna non mancherà mai di fare la propria parte nel cammino verso la verità e la giustizia», ha detto il sindaco di Bologna Virginio Merola. Presente a Bologna anche il sottosegretario alla presidenza del consiglio Claudio De Vincenti che ha preso una serie di impegni sui tre temi che, alla vigilia dell’anniversario, avevano portato l’associazione dei familiari (presieduta dal deputato del Pd Paolo Bolognesi) a criticare fortemente il governo.

De Vincenti ha annunciato che per giovedì e venerdì ha già convocato due incontri: il primo per risolvere i problemi di attuazione della direttiva Renzi sulla desecretazione degli atti, il secondo per rendere pienamente operativa la legge sui risarcimenti alle vittime del terrorismo.

XXXV anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980

 

La terza questione è invece l’approvazione della legge che introduce nell’ordinamento italiano il reato di depistaggio: approvata alla Camera, è ferma da dieci mesi al Senato dove però, nei giorni scorsi, è stata incardinata in commissione.

«La proposta – ha detto De Vincenti – è pienamente condivisa e ne sosterremmo l’approvazione del testo senza modifiche, in modo da evitare un ritorno alla Camera». Anche Grasso ha assicurato il proprio impegno in tal senso. «Speriamo – ha detto Bolognesi – che sia la volta buona per chiudere una volta per tutte la questione e arrivare al prossimo anno senza polemiche di questo tipo». Anche se la vera battaglia, il motivo per cui a distanza di decenni tanta gente continua a darsi appuntamento a Bologna il 2 agosto di ogni anno, è la volontà di capire perchè, in un sabato mattina d’estate di tanti anni fa, una bomba ha distrutto 85 vite. Ne ha parlato anche il Capo dello Stato, nel suo telegramma.

«La magistratura – ha scritto Mattarella – sostenuta dall’impegno e la tenacia dell’Associazione dei familiari delle vittime, ha concluso il suo iter processuale, pronunciando una sentenza definitiva. Su quella tragica vicenda permangono però ancora angoli bui, specie per quanto riguarda mandanti ed eventuali complici. L’auspicio è che la verità possa emergere nella sua interezza: la vostra battaglia che riguarda anche l’introduzione del reato di depistaggio costituisce un’importante risorsa».

Articolo scritto da Redazione PinkItalia